Dopo l’annuncio di Mark Zuckerberg che le sue piattaforme di social media non utilizzeranno più il fact-checking, i S&D esortano Meta ad adempiere agli obblighi previsti dalla Legge sui servizi digitali dell’UE e dal Codice di condotta sulla disinformazione. Invitano la Commissione europea a garantire che i giganti tecnologici come Meta non compromettano il quadro normativo dell’UE, alla luce dell’imminente amministrazione statunitense e dei potenziali cambiamenti politici determinati dall’elezione di Donald Trump.
Alex Saliba, eurodeputato S&D e vicepresidente per l’Agenda digitale, ha dichiarato:
“Quando Mark Zuckerberg ha annunciato che Meta avrebbe cambiato la sua politica sulla disinformazione, abbandonando il fact-checking per passare alle note della collettività, simili a quelle impiegate su X di Elon Musk, ha fatto esplicito riferimento agli sforzi normativi dell’UE per proteggere gli utenti e la società.
“Percepisce l’elezione di Donald Trump e l’imminente amministrazione statunitense come un’opportunità per sllontanarsi dalle norme e i regolamenti delle aziende statunitensi del settore Big Tech. Con un approccio più indulgente e una moderazione dei contenuti meno rigorosa, questo cambiamento di politica solleva serie preoccupazioni circa gli obblighi di Meta nell’ambito dell’acquis digitale dell’UE.
“Meta ha sottoscritto il Codice di condotta sulla disinformazione e, in quanto piattaforma online di grandi dimensioni ai sensi della Legge sui servizi digitali, è tenuta a riferire ogni sei mesi sul proprio impegno per combattere la disinformazione. All’interno dell’UE, Meta ha l’obbligo legale di adottare un approccio basato sul rischio e di ridurre la manipolazione delle elezioni, la violenza informatica contro le donne e i danni ai minori.
“L’annuncio di Zuckerberg inquadra questo cambiamento delle sue politiche come un ritorno alla libertà di espressione, ma in Europa deve essere attentamente bilanciato con i potenziali effetti collaterali negativi.”
“La nuova Commissione europea, e in particolare la vicepresidente Henna Virkkunen, deve chiedere a Meta e agli altri giganti tecnologici di rendere conto, impedendo loro di usare le elezioni di Trump come pretesto per azzerare le normative online negli Stati Uniti e a livello globale.” È in gioco la protezione dei cittadini europei e della società online, così come la reputazione dell’UE come leader mondiale nella regolamentazione tecnologica.”