In vista del vertice di giugno dei capi di Stato e di governo, gli eurodeputati S&D hanno delineato oggi una serie di riforme di breve e lungo termine che sono necessarie per completare e riequilibrare l’unione economica e monetaria.
Queste sono incluse in un documento svelato oggi dal titolo: “Completare e riequilibrare l’unione economica e monetaria – un appello alla democrazia”.
http://www.socialistsanddemocrats.eu/sites/default/files/completing_rebalancing_economic_monetary_union_democratic_call_en_150430.pdf
Maria João Rodrigues, vicepresidente S&D con delega all'economia e agli affari monetari, ha dichiarato:
“L’euro ha superato la crisi più grave dalla sua introduzione. Oggi l’Eurozona rischia la frammentazione a causa dei crescenti squilibri tra Stati membri. I Socialisti e Democratici sono convinti che senza il completamento dell’unione economica e monetaria, l’Europa non sopravviverà alla prossima crisi finanziaria.
“L’Eurozona non può permettersi di aspettare la prossima crisi per agire e completare le sue riforme.
“Le lacune presenti nel disegno iniziale della moneta unica hanno reso più profondi e duraturi gli effetti della crisi economica mondiale, generando enormi costi economici, sofferenze sociali e tensioni politiche tra gli Stati membri e all’interno di questi.
“Lanciamo un appello ai capi di Stato e di governo, che affronteranno la questione nel loro vertice di giugno, affinché non chiudano gli occhi di fronte alle sfide da affrontare e fissino una roadmap per portare a termine il lavoro.
“Sostanzialmente l’unione monetaria dev’essere completata con una forte unione economica, fiscale e bancaria. Questi progressi devono andare di pari passo con una legittimazione democratica più forte”.
Le proposte chiave avanzate dal gruppo dei Socialisti e Democratici comprendono:
• Un importante salto qualitativo nel processo decisionale democratico;
• Un coordinamento più stretto sulle politiche economiche e lo sviluppo di politiche economiche dell’Uem (Unione economica e monetaria) basate su un approccio realmente condiviso riguardo al bilancio aggregato dell’Eurozona – in particolare tenendo adeguatamente in considerazione l’impatto delle politiche aggregate dell’Uem sulla domanda interna dell’Eurozona e sulle sue risorse finanziarie -, da considerarsi come condizione necessaria per migliorare le politiche macroeconomiche, consentire un’adeguata gestione della domanda aggregata e adottare misure chiare per ridurre le disuguaglianze sociali e di genere;
• Un monitoraggio equilibrato dei conti correnti nazionali per affrontare sia i deficit sia i surplus attraverso raccomandazioni specifiche per ogni singolo paese per favorire la convergenza strutturale;
• Un’agenda per la crescita progressiva che combini investimenti assai più elevati con riforme strutturali socialmente equilibrate;
• Standard sociali fondamentali comuni e un’imposta comune e consolidata sul reddito delle società per prevenire una corsa al ribasso fiscale e sociale tra paesi
• La capacità fiscale dell’Uem, che includa risorse proprie e un sistema di prestiti con due finalità:
- Fornire uno strumento su misura per migliorare l’assorbimento degli shock economici dei singoli paesi;
- Dare impulso agli investimenti sociali, aiutando a ristabilire la convergenza strutturale tra i membri dell’Eurozona durante la fase di uscita dalla crisi.
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