Gianni Pittella: "La decisione su ulteriori sanzioni in Russia è tutta nella mani di Putin"

Durante la visita di questa settimana a Washington DC, il presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha tenuto un discorso sulle 'relazioni euro-atlantiche' davanti agli studenti della prestigiosa Johns Hopkins University.

La delegazione S&D che ha visitato Washington DC era composta anche dai vicepresidenti S&D Knut Fleckenstein e Tanja Fajon e da Bernd Lange, presidente della commissione parlamentare per il Commercio internazionale e relatore del Parlamento europeo sul Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP).

Parlando del processo di pace in Ucraina, il presidente S&D Gianni Pittella dichiara:

 “La decisione su eventuali ulteriori sanzioni contro i cittadini russi e la loro economia è tutta nelle mani di Putin. In merito alle mosse della Russia contro l'Ucraina, l'Europa deve chiaramente dimostrare che le sanzioni aumenteranno in proporzione al livello di violazioni degli accordi di Minsk. Inoltre, l'Europa deve far comprendere alla Russia che la distensione del conflitto in Ucraina darà immediati benefici all'economia e alla società russe come conseguenza del graduale abbandono delle sanzioni.

“L'Europa deve evitare di dividersi perché dividendosi influenzerebbe negativamente il processo di pace tra Kiev e Mosca. La Russia è e sarà sempre un attore chiave a livello mondiale, specialmente nelle lotta al terrorismo nel Medio Oriente, nei conflitti mediterranei e nelle relazioni con l'Iran. Pertanto dobbiamo mantenere aperto il dialogo".

Il vicepresidente S&D, Knut Fleckenstein, ha aggiunto:

“Deve essere chiaro che una soluzione militare non è un'opzione. Questa è la ragione per cui l'idea che proviene dal Congresso Usa di una fornitura di armi all'Ucraina non serve a migliorare la situazione. L'aggressione, senza una chiara strategia d'uscita per la pace, rischierebbe di generare nuovi problemi nella comunità internazionale. Le esperienze in Libia e in Iraq rappresentano un monito contro l'intervento militare".

Eurodeputati coinvolti