Gli eurodeputati S&D hanno chiesto all’Ue di rafforzare i suoi sforzi per garantire che siano disponibili al più presto i 3 miliardi promessi alla Turchia per far fronte alla crisi dei rifugiati e per finanziare istruzione, beni alimentari e assistenza sanitaria. La richiesta arriva nel corso della visita di una delegazione della commissione Giustizia e affari legali del Parlamento europeo nel sud-est della Turchia. La delegazione ha incontrato ong internazionali, ministri e parlamentari turchi e ha visitato il campo profughi di Nizip e le aree urbane dove la maggior parte dei rifugiati vivono in condizioni precarie. La delegazione è stata guidata dalla vicepresidente S&D Sylvie Guillaume insieme ai colleghi Tanja Fajon e Péter Niedermüller, sempre del gruppo S&D.
La vicepresidente S&D Sylvie Guillaume dichiara:
"Accogliamo con favore il costante impegno delle autorità turche nel dare accoglienza a un numero enorme di rifugiati e a fornire loro aiuto e sostegno. Hanno dimostrato una vera leadership internazionale nella loro risposta alla crisi. Tuttavia, poiché si tratta di una sfida globale e di lungo termine, è chiaro che il peso deve essere condiviso congiuntamente dall’Ue e dalla Turchia. Un peso comune che va sostenuto in particolare per i rifugiati che vivono nei campi, per i quali sono necessari interventi in materia di istruzione, formazione e di lotta contro il lavoro minorile. Pertanto, il piano d'azione comune Ue-Turchia deve essere attuato il più rapidamente possibile, in stretta collaborazione con la società civile .
"E’ di primaria importanza che i 3 miliardi di euro promessi siano usati immediatamente e direttamente per finanziare le autorità locali e le ong che sono in prima linea nel far fronte alla crisi e che sia fatto tutto il possibile per porre fine alla guerra in Siria e ai recenti bombardamenti ad Aleppo”.
La vicepresidente S&D Tanja Fajon said:
"Se vogliamo evitare che la crisi si trasformi in un disastro umanitario occorre garantire che i 3 miliardi di euro vadano al più presto laddove necessario. Ogni giorno perso vuol dire più dolore e sofferenza per chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni. Dobbiamo aprire gli occhi su una crisi che avviene ai nostri occhi e riconoscere che tale crisi va risolta con una ripartizione dei rifugiati siriani che sono oggi in Turchia. Non serve a nulla parlare di nuovi recinti nei Balcani meridionali. Al contrario, dobbiamo riconoscere che una più stretta cooperazione tra Grecia e Turchia è la sola strada per evitare nuove perdite di vite umane”.
Il deputato S&D, Péter Niedermüller, ha aggiunto:
"Nel corso del viaggio abbiamo visto tantissimi bambini nei campi. Dato che non c’è speranza che essi possano tornare in Siria nel prossimo futuro, occorre pensare alla loro istruzione e alla loro integrazione. Per farlo, occorre che i fondi vadano il prima possibile laddove è necessario”.